Pasqua quest’anno cade il 4 aprile, a inizio primavera, con giornate tiepide in cui speriamo di poter fare scampagnate nelle bellissime spiagge sarde e nei boschi, consumando squisiti pranzetti all’aperto e in compagnia dei nostri cari.
Non tutti sanno che la data della Pasqua è “mobile” a causa del complesso calcolo che va effettuato ogni anno. Essendo una festa di derivazione ebraica, cultura con calendario lunare, la Pasqua viene festeggiata ogni anno in una data differente poiché cade la prima domenica successiva al primo plenilunio successivo all’equinozio di primavera.
In Sardo si chiama Pasca Manna, per distinguerla da Paschixedda, ossia Natale.
Quattro sono le valenze principali della Pasqua in Sardegna: quella cultuale cattolica, celebrata in chiesa; quella rituale dei sardi, con le processioni e i riti, alcuni di lontana ascendenza pagana; quella turistica, che ospiti turisti desiderosi di immergersi nell’atmosfera particolare del periodo e infine quella alimentare, ricca com’è la gastronomia sarda di ricette tipiche pasquali.
Il periodo pasquale in Sardegna è caratterizzato infatti da molti riti collettivi straordinari, a partire dalla Domenica delle Palme quando si donano palme intrecciate artisticamente. Durante la cosiddetta “Settimana Santa”, precedente la domenica di Pasqua, una serie di rituali vengono messi in scena dalle comunità dei paesi come delle città, a iniziare dalla lavanda del Giovedì Santo, che in alcuni paesi, tra cui Irgoli, Onifai e Galtellì si trasforma in sa suchena, Una cena a porte chiuse con piatti cultuali, che conserva una certa riservatezza e anzi mistero nello svolgimento. E poi il Venerdì Santo, con la via Crucis.
E ancora il rito de S’Iscravamentu (it. lett. schiodamento), ossia della deposizione dalla croce di Gesù Cristo e ancora la mattina di Pasqua S’Incontru (it.incontro), l’incontro in processione tra la statua di Cristo e quella della Madonna, molto partecipato.
Per tutto il periodo sono visitabili i cosiddetti sepulcros (it. sepolcri) nelle Chiese, che vengono decorati, solitamente con fiori, rami e soprattutto germogli di grano (nenniri), gli antichi giardini di Adone, rifunzionalizzati in chiave cristiana. Rami, germogli, fiori e nuovi nati (agnelli, pulcini ecc.) simboleggiano infatti la rinascita della Natura, dopo la pausa invernale. Hanno funzione beneaugurale e apotropaica.
La Settimana Santa viene rievocata un po’ in tutte le località della Sardegna, ma le celebrazioni forse più spettacolari sono a Cagliari, Alghero, Iglesias, Castelsardo e Cuglieri. Interessanti anche i riti e le processioni di Bolotana, Oristano, Villacidro, Bosa, Bortigali, Sassari, Mamoiada, Oliena, Orosei, Ossi, Ottana, Desulo, Sarule, Bortigali, Santulussurgiu, Aidomaggiore, Scano di Montiferro, Domusnovas, Sorso e Aggius.
Tra i dolci spiccano pardulas e casadinas (anche in versione salata), fagottini con ricotta o formaggio freschi. L’agnello sardo trionfa come secondo piatto, cucinato in molti modi diversi, principalmente con le verdure di stagione, dagli asparagi ai carciofi alle primizie degli orti… Come primi piatti è un trionfo di paste fresche fatte in casa con sughi di carni miste e l’immancabile salsa di pomodoro.