Il Moscato è un vitigno di antica schiatta, che pare fosse presente sull’Isola già al tempo dei Romani con il nome di vitis apiana… uva amata dalle api per la dolcezza degli acini.
Anche il termine “moscato” viene messo in relazione dagli storici con l’attrazione degli insetti verso quest’uva molto zuccherina.
Sappiamo per certo che nel XVIII secolo il Viceré Rivarolo diede nuovo impulso alla vitivinicoltura sarda, e che la Regia Società Agraria ed Economica di Cagliari, fondata nel 1804, iniziò a fare conoscere fuori dell’Isola i vini di lusso sardi, tra cui il Moscato, in occasione del Sesto Congresso Scientifico Italiano, tenutosi a Milano nel 1845.
Oggi il Moscato è presente un po’ in tutto il Mediterraneo vitato e in Sardegna trova suo terreno d’elezione nel Campidano, in Romangia e Gallura.
Queste tre aree viticole collimano con tre diverse e caratteristiche tipologie di moscato: Cagliari Moscato; Moscato di Sorso-Sennori; Moscato di Sardegna, con lo spumante sottozona “Tempio” e sottozona “Gallura”.
Il colore del moscato di Sardegna è oro-ambrato, i profumi ricordano miele, confettura di albicocche, mosto cotto, fichi maturi. All’assaggio il moscato si rivela meravigliosamente dolce, morbido e avvolgente al palato.
Si accompagna sia a tutta la pasticceria tradizionale sarda a base di mandorle, miele, zucchero sia alla pasticceria moderna, con predilezione per le paste alla frutta fresca e le crostate.
Il Moscato di Sardegna DOC può essere “bianco”, “passito”, “da uve stramature” e “spumante”; è una DOC regionale creata negli anni ’70 del XX secolo.