Sapori di Sardegna: Riconoscere l’olio extravergine di qualità

by Alessandra Guigoni
Olio sardo evo in cucina

Scopri l’arte dell’assaggio dell’olio: una guida per intenditori
Sapevi che il tuo naso e il tuo palato sono strumenti di precisione, capaci di svelare i segreti di un buon olio d’oliva? Assaggiare un olio non è solo un piacere, ma un’arte regolata da protocolli rigorosi e una scienza che ha affascinato nel tempo esperti e appassionati in tutto il mondo. Scopriamo insieme come funziona il magico mondo dell’analisi sensoriale.

L’assaggio: un’esperienza codificata
Non basta un sorso per dire se un olio è buono. Esiste un protocollo dettagliato, stabilito dal Consiglio Oleicolo Internazionale e adottato dall’Unione Europea. Questo sistema valuta gli oli vergini – tra cui il rinomato extravergine – attraverso il giudizio di un Panel certificato. Il verdetto? Un passaporto di qualità per ogni bottiglia.

Ecco un dettaglio curioso: il bicchiere usato per l’assaggio è in vetro scuro. Perché? Per non farsi influenzare dal colore, che spesso inganna. La qualità si annusa e si gusta, non si guarda. Non tutti sanno che alcuni olii di color verde brillante vengono sofisticati attraverso un’addizione di clorofilla o altri coloranti per esaltarne il colore!

Il momento giusto per assaggiare
L’olio va degustato quando i sensi sono al massimo. Il mattino è ideale: papille e naso freschi, lontani dai condizionamenti del caffè o del pranzo. La temperatura? Precisa: 28°C, con una tolleranza di appena due gradi. E no, niente profumi o sigarette prima dell’assaggio: ogni interferenza è bandita.

L’esperienza sensoriale: il naso guida il gioco
Il primo incontro: il profumo
Un buon olio ti conquista al primo respiro. Chiudi gli occhi e senti il richiamo di olive fresche, erba appena tagliata, carciofo o persino pomodoro. Se invece percepisci odori di muffa o rancido, è un campanello d’allarme.

Il gusto: amaro, piccante, dolce
Porta una piccola quantità di olio in bocca e lascia che si espanda. Noterai l’amaro, il piccante – segno di oli ricchi di polifenoli – e forse una dolcezza finale. Attenzione, però: l’acidità, spesso confusa con il piccante, è una misura chimica e non si percepisce al gusto.

Cosa rende un olio speciale?
Gli attributi positivi sono un’armonia di sensazioni: fruttato, note verdi o mature, e richiami di agrumi, mandorla o pomodoro. I difetti? Rancido, muffa o sensazioni “acide” che ne compromettono la qualità.

Il verdetto finale
Gli assaggiatori non lasciano nulla al caso: compilano schede dettagliate, descrivendo profumi, sapori e persistenza. Ogni aspetto contribuisce a tracciare il profilo di un olio, decretandone l’eccellenza o i limiti.

L’olio, un patrimonio da scoprire
Assaggiare l’olio è un viaggio tra sapori e tradizioni. Che tu sia un esperto o un semplice appassionato, la prossima volta che versi un filo d’olio, fermati. Annusa, gusta, scopri. Perché dietro a ogni goccia si nasconde una storia tutta da assaporare.

Sei donna e produttrice di olio? Puoi iscriverti all’Associazione Nazionale Donne dell’Olio, una associazione nata per valorizzare le competenze e le professionalità al femminile nel settore olivicolo a trecentosessanta gradi, dal turismo dell’olio, con passeggiate tra gli ulivi, degustazioni, gastronomia ed altro sino alla valorizzazione dell’olio evo nella cucina, dai dolci, al pane sino ai cocktail.

You may also like