Chi frequenta Twitter ti conosce molto bene, ti seguono 140.000 persone e generi un “traffico” da 40 milioni di interazioni annuali… ma ci piace svelarti ai lettori del nostro Magazine poco a poco…
Va bene: mi chiamo Gianluigi Tiddia, sono un ingegnere ma il nome e il cognome dicono poco.
Da dodici anni sono “l’occhio blu” su Twitter, l’@insopportabile che prova a raccontare il mondo e soprattutto la sua Sardegna con uno spirito critico velato di ironia.
Dodici anni di social network sono un tempo enorme ed è per questo che forse mi sento come un fuoricorso nell’università della vita raccontata.
Il grande valore di questa avventura digitale è la straordinaria rete di relazioni che mi ha permesso di conoscere persone che mai avrei potuto solo avvicinare e di stringere profonde amicizie e rapporti di lavoro che ormai fanno parte del mio vivere quotidiano. Il virtuale è reale, la differenza la fanno le persone e quanto valore hanno capacità e volontà di aggiungere al contenitore digitale mondiale, al di là dei numeri che citavi… che in effetti hanno la loro importanza.
Di cosa ti occupi nella vita?
Sono un ingegnere ma mi definisco un artigiano della socialità digitale dato che negli ultimi anni la mia attività si è concentrata sulla comunicazione e sul digital marketing soprattutto in ambito turistico e culturale.
Aiuto gli enti, le aziende e i privati a farsi ascoltare partendo dalla cosa più importante: avere qualcosa di rilevante e interessante da raccontare e trovare una narrazione coerente e utile alle loro attese e per le persone che diventano il loro obbiettivo.
Un mestiere che cambia letteralmente ogni giorno per linguaggi, strumenti e pubblico: insegnare quindi ad essere attori consapevoli è la cosa più complicata ma quando ci riesco sono felice di aver aiutato a capire il mondo che viviamo e nel quale la tecnologia rimane strumento che collega e agevola la vita delle persone. Poi amo organizzare e partecipare a eventi digitali, curarne la comunicazione, fare formazione dove imparo moltissimo dalla visione laterale di chi nel brodo digitale non ci si è ancora immerso.
I tuoi prodotti sardi del cuore? Quale ricetta fai spesso?
Amo i cibi semplici, ingredienti di qualità cucinati in maniera da valorizzarli e poterli distinguere. Da cagliaritano e da nipote di pescatore amo la cucina di mare ma da vent’anni grazie alla mia #santamoglie ho conosciuto e apprezzato ancora di più la cucina di terra.
Negli ultimi anni abbiamo sperimentato per passione (e golosità!) tantissime ricette dalla pasta fresca alle pizze, agli arrosti e ovviamente alla mia passione, i fritti.
Viviamo in campagna, immersi in un oliveto che curo insieme al frutteto e all’orto. Avere prodotti appena colti ti cambia il modo di alimentarti entrando nei ritmi della natura e apprezzandone le stagionalità. Olio, mirto, confetture e marmellate, sughi ed essenze aromatiche che produciamo in quantità sono ormai una certezza quotidiana.
Ingredienti che non mancano mai nella nostra dispensa sono la bottarga (sia di muggine che di tonno), la vernaccia per aromatizzare arrosti (il Porcetto arrosto allo spiedo ma anche il pesce) e altri come carciofi, cozze, vongole, asparagi, ricotta e formaggi semistagionati.
Una ricetta che trovo meravigliosa per la sua semplicità sono le mezze penne con sugo di pomodoro crudo, basilico e ricotta affumicata salata grattugiata (mustia).
Dei vini che apprezzo molto sono i rossi di Dettori (Rosso, Otto Marzo e Tenores) ma ci sarebbero almeno altre quindici cantine che potrei citare che apprezzo e bevo regolarmente.
Credo che il al di là della moda del cibo ci sia stata una riscoperta del piacere degli ingredienti di qualità, del valore del tempo nelle preparazioni, dell’innovare per sperimentare e non per lo stupire fine a se stesso. Viviamo un momento nel quale il cibo ha un valore sociale di nuovo assoluto, dargli centralità per ciò che rappresenta come esperienza e non per il solo business è forse la novità più bella.
I tuoi progetti futuri?
Un progetto al quale tengo molto è pubblicare le centinaia di ricette di #santamoglie, aka mia moglie Carla, che oltre ad essere uno straordinario ingegnere cucina meravigliosamente bene: sono molto richieste ma che non ho mai strutturato in un blog.
C’è tanta curiosità per ingredienti, preparazioni e storia, credo sia importante divulgare la cultura del cibo con tutti i mezzi con un occhio attento alla qualità, ovviamente.
Un sogno ancora più grande è il poter fare qualcosa per la mia isola, per quel salto di qualità nel diventare una destinazione internazionale tutto l’anno senza però consumarla, svilirla o peggio svenderla.
La recente attenzione alla sostenibilità ci pone in una condizione ottimale per progettare un nuovo turismo consapevole e gratificante. Mi auguro di poter dare una mano per poter vedere finalmente la Destinazione Sardegna realizzarsi con le tante persone che forse aspettano solo un’occasione per poter attivare le energie necessarie a questa rivoluzione pacifica, collettiva e condivisa.
Nell’attesa conto presto di organizzare dei Summer camp sul mondo digitale con delle connessioni con il mondo della vela.
Ma il miglior progetto è stupirmi ogni giorno delle persone che incontro e delle loro idee.
Sui social, di persona, basta che ci si incontri 🙂