Scopri l’arte dell’assaggio dell’olio: una guida per intenditori
Sapevi che il tuo naso e il tuo palato sono strumenti di precisione, capaci di svelare i segreti di un buon olio d’oliva? Assaggiare un olio non è solo un piacere, ma un’arte regolata da protocolli rigorosi e una scienza che ha affascinato nel tempo esperti e appassionati in tutto il mondo. Scopriamo insieme come funziona il magico mondo dell’analisi sensoriale.
L’assaggio: un’esperienza codificata
Non basta un sorso per dire se un olio è buono. Esiste un protocollo dettagliato, stabilito dal Consiglio Oleicolo Internazionale e adottato dall’Unione Europea. Questo sistema valuta gli oli vergini – tra cui il rinomato extravergine – attraverso il giudizio di un Panel certificato. Il verdetto? Un passaporto di qualità per ogni bottiglia.
Ecco un dettaglio curioso: il bicchiere usato per l’assaggio è in vetro scuro. Perché? Per non farsi influenzare dal colore, che spesso inganna. La qualità si annusa e si gusta, non si guarda. Non tutti sanno che alcuni olii di color verde brillante vengono sofisticati attraverso un’addizione di clorofilla o altri coloranti per esaltarne il colore!
Il momento giusto per assaggiare
L’olio va degustato quando i sensi sono al massimo. Il mattino è ideale: papille e naso freschi, lontani dai condizionamenti del caffè o del pranzo. La temperatura? Precisa: 28°C, con una tolleranza di appena due gradi. E no, niente profumi o sigarette prima dell’assaggio: ogni interferenza è bandita.
L’esperienza sensoriale: il naso guida il gioco
Il primo incontro: il profumo
Un buon olio ti conquista al primo respiro. Chiudi gli occhi e senti il richiamo di olive fresche, erba appena tagliata, carciofo o persino pomodoro. Se invece percepisci odori di muffa o rancido, è un campanello d’allarme.
Il gusto: amaro, piccante, dolce
Porta una piccola quantità di olio in bocca e lascia che si espanda. Noterai l’amaro, il piccante – segno di oli ricchi di polifenoli – e forse una dolcezza finale. Attenzione, però: l’acidità, spesso confusa con il piccante, è una misura chimica e non si percepisce al gusto.
Cosa rende un olio speciale?
Gli attributi positivi sono un’armonia di sensazioni: fruttato, note verdi o mature, e richiami di agrumi, mandorla o pomodoro. I difetti? Rancido, muffa o sensazioni “acide” che ne compromettono la qualità.
Il verdetto finale
Gli assaggiatori non lasciano nulla al caso: compilano schede dettagliate, descrivendo profumi, sapori e persistenza. Ogni aspetto contribuisce a tracciare il profilo di un olio, decretandone l’eccellenza o i limiti.
L’olio, un patrimonio da scoprire
Assaggiare l’olio è un viaggio tra sapori e tradizioni. Che tu sia un esperto o un semplice appassionato, la prossima volta che versi un filo d’olio, fermati. Annusa, gusta, scopri. Perché dietro a ogni goccia si nasconde una storia tutta da assaporare.
Sei donna e produttrice di olio? Puoi iscriverti all’Associazione Nazionale Donne dell’Olio, una associazione nata per valorizzare le competenze e le professionalità al femminile nel settore olivicolo a trecentosessanta gradi, dal turismo dell’olio, con passeggiate tra gli ulivi, degustazioni, gastronomia ed altro sino alla valorizzazione dell’olio evo nella cucina, dai dolci, al pane sino ai cocktail.