Lo stufato di carne al Cannonau

by Alessandra Guigoni
Stufato al Cannonau

Questo tradizionalissimo secondo piatto si prepara soprattutto nelle zone montane del nuorese,
dove costituisce una golosa pietanza domenicale molto gradita a grandi e piccini, accompagnato
da pane e da un buon calice di vino. Il Cannonau è uno dei vitigni a bacca rossa autoctoni sardi più
noti e pregiati, coltivato in tutta l’Isola con successo sin dai tempi antichi.
Citato nelle fonti storiche sin dal Medioevo grazie ad alcuni paleobotanici si è scoperto che il
Cannonau veniva già coltivato più di 3200 anni fa nella zona dell’oristanese, grazie ad importanti e
fortuiti ritrovamenti archeologici. Nel corso dei secoli le coltivazioni del Cannonau si sono estese
in tutta l’Isola con predilezione delle zone collinari e montane, dove si esprime con sentori e sapori
davvero eccellenti.
Gli ingredienti di questo stufato tipico prevedono carne di capretto o di agnello o di vitello,
secondo il gusto, olio evo, cipolle, bacche di ginepro, timo, vino Cannonau.
La preparazione prevede di preparare un soffritto con cipolle e olio evo; di rosolare la carne
tagliata a tocchetti, insieme a bacche di ginepro e timo, cuocendo tutto a fuoco lento e senza
fretta. Si sfuma la carne con due bicchieri di vino Cannonau, che poi serviranno come
accompagnamento allo stufato stesso.
È un piatto sorprendentemente adatto a tutte le stagioni: caldo si consumerà in autunno e
inverno, con del pane abbrustolito o anche una polenta di mais; in primavera e d’estate si
consumerà tiepido, accompagnato a chips di patate o a patate arrosto.
In alternativa alla prima ricetta si può marinare per una notte la carne nel Cannonau insieme a
cipolle, alloro e aglio. Il giorno dopo la carne si cuoce, dopo averla tolta dalla marinatura e aver
preparato un soffritto con cipolle e olio evo. Quando la carne tende ad asciugarsi si versa un
bicchiere o due di Cannonau nella casseruola, sempre optando per una preparazione lenta, in
pentola di coccio con coperchio.

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