Bere bene: una selezione di vini sardi da provare

by Stefano Pedron
Turriga

Bere bene con i vini sardi è davvero facile, avendo l’Isola una produzione di eccellenza che è molto
richiesta dagli appassionati di vini di qualità.
Dolì è un vino bianco a Indicazione Geografica Tipica – Isola dei Nuraghi, ottenuto da pregiate uve
Nuragus e Vermentino. Presenta colore giallo paglierino tenue con riflessi verdolini, dal profumo
intenso, fresco e fruttato, con profumo di fiori bianchi con soavi note di mandorle. Il vino frizzante
Dolì di Dolianova è l’ideale per accompagnare aperitivi di mare o secondi piatti a base di pesce,
dall’orata al forno, al calamaro alla griglia, sino al polpo con patate, zuppette di cozze ed arselle e
al regale salmone fresco in crosta. È prodotto dalle dinamiche Cantine di Dolianova.
Karmis è un vino Isola dei Nuraghi bianco IGT, a indicazione geografica tipica. È un blend di
Vernaccia e Vermentino, due vitigni a bacca bianca molto interessanti, che insieme si esprimono
molto bene. Il colore è giallo paglierino con riflessi dorati sui bordi; all’assaggio si presenta intenso
e persistente con profumi di miele e fiori gialli, con un’ottima complessità in un finale “tropicale”.
Si abbina sia come aperitivo sia con i primi piatti, magnifico con i crudi di mare. È prodotto dalla
gloriosa Cantina Contini, le vigne nell’oristanese.
Turriga è un vino Isola dei Nuraghi rosso IGT dal colore rosso rubino prodotto da vitigni della
tradizione.
Il Turriga esprime, nella pienezza del suo carattere, la robusta filosofia di casa Argiolas che,
codificata dal patriarca Antonio, nato nel 1906 e morto ultracentenario, mai stanco di misurarsi
con l’innovazione, volle condividere con i figli, Franco e Giuseppe.
La visione di casa Argiolas, originata dall’amore per la terra e insieme da un’ampia prospettiva sul
mondo, si concretizzò col coinvolgimento del prestigioso enologo Giacomo Tachis e del suo allievo
Mariano Murru, oggi direttore tecnico della Cantina. L’imperativo era raccontare la Sardegna con
un carattere innovativo. Di consentire per la prima volta alle varietà locali, attraverso tagli sapienti
ed estranei alle tecniche consuetudinarie, di mescolarsi per dare alla luce – in un’armonia fino ad
allora inesistente – un vino longevo, equilibrato e potente.
Era il 1988 quando, dopo un lungo periodo di ricerca, la prima vendemmia consegnò alla Cantina
le uve da macerare e fermentare, miscela equilibrata di vitigni sardi radicati da secoli tra i suoli
calcarei delle colline e le sabbie del litorale, baciati dal sole e accarezzati dal vento, gonfio di mare:
il Cannonau, che offre struttura e personalità, il Bovale, generoso nel dono del fruttato, il

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