Il Giovedì Grasso in Sardegna: feste, riti e miti

by Alessandra Guigoni
Carnevale

Segnate sul calendario il 24 febbraio. Sarà infatti Giovedì Grasso! Giorno di fave e lardo, fritture,
mascherate, sfilate.
Tanti borghi sardi festeggiano Karrasegare, come viene anche chiamato il Carnevale in sardo, con
processioni di maschere, sfilate di carri, feste in piazza e grandi mangiate e bevute, che coinvolgono
tutti i partecipanti.
I giorni più importanti della festa sono compresi tra la settimana che precede quella del Giovedì
Grasso e l’ultimo giorno di Carnevale, a cui segue il Mercoledì delle Ceneri, con riti particolari, e
l’inizio della Quaresima…
In Sardegna Giovedì Grasso si festeggia in grande stile. In particolare a Gavoi (NU), nel cuore della
Barbagia, paese ricco di eccellenze agroalimentari, tra cui le celebri patate, il cavolo e i fagioli
locali, ha luogo l’evento di “Jobia lardajola” giovedì lardaiolo, così chiamato perché in questa
occasione si preparano le fave con il lardo. L’evento centrale è “sa sortilla ‘e tumbarinos”, raduno di
centinaia di tamburini fatti in casa. Gli strumenti casalinghi sono costruiti interamente a mano con
pelli di d’animale, setacci o forme in legno o in sughero, recuperati da cantine, ovili e magazzini
contadini. Gli strumenti vengono suonati in una sorta di processione laica con grande divertimento
degli astanti, locali e turisti. A Tempio Pausania (SS) Il carnevale comincia il Giovedì Grasso con
l’ingresso trionfale in città di Re Giorgio (anticamente detto Jolgliu Puntogliu), rappresentato da un
fantoccio. Di domenica si celebra poi il matrimonio tra Re Giorgio e la popolana Mannena, vestita
in modo provocatorio; secondo la tradizione Mannena darà al re un figlio che sarà Re Giorgio per il
successivo carnevale. Il tutto è accompagnato dalla sfilata di carri allegorici, attiva sin dal 1956.

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