Imprenditrice di successo, gourmande, Rosi Sgaravatti è stata recentemente nominata Cavaliere
Lavoro della Repubblica italiana. Rosi Zuliani Sgaravatti è dal 1997 amministratore unico di
Sgaravatti Geo Srl, attiva nella progettazione e realizzazione di aree verdi e parchi in Italia e
all’estero. Ha progetti anche in Ucraina, Georgia, Azerbaijan, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Caraibi.
Collabora con l’Università di Cagliari a progetti di bonifica ambientale di terreni contaminati da
metalli pesanti e idrocarburi. Opera in Sardegna attraverso tre garden center, 32 ettari di vivaio e
2.500 mq di serre. Vi lavorano 78 addetti tra cui agronomi, architetti e ingegneri. Ha una collezione
di 247 varietà di Hibiscus rosa-sinensis, una delle più importanti a livello europeo.
La tua Sardegna a tavola. Quali prodotti ami? quali sono i tuoi piatti preferiti?
Amo molto la cucina sarda specie quella più semplice fatta con pochi ingredienti ben scelti e di
buona qualità. Una ricotta di capra, come quella che fa una mia amica, appena fatta è un
esempio meraviglioso di cibo semplice in cui si percepiscono tutti i profumi della natura della
Sardegna, mi piace molto col miele di corbezzolo. Amo i culurgiones, eleganti e dalla forma di
spiga con all’interno un delicato e raffinato ripieno di patate, pecorino e menta. Conditi
semplicemente con un sugo leggero sono davvero irresistibili.
Mi piacciono anche le carni arrosto dei giorni di festa, dall’agnello, al maialino che mia figlia
Sabina cuoce benissimo. Per i formaggi ho una vera passione ed in Sardegna ce ne sono tanti di
eccezionali dal casizzolu al fiore sardo fino agli erborinati di capra o di pecora che reggono il
confronto con il migliore dei roquefort. Tra i dolci su tutti la seada ed anche l’aranzada di Nuoro
e la pompìa quasi introvabile, ma la fa un’altra mia amica.
Da imprenditrice, che cosa ha la Sardegna da offrire, quali sono i punti forti e quali invece sono i
punti deboli e le criticità su cui lavorare?
Fare impresa in Sardegna con è facile. Costa di più tutto rispetto alle altre regioni ed il mercato
locale è molto ridotto. Certamente turismo, agroindustria dovrebbero farla da padrone. Esistono
terreni mai coltivati nella storia dell’umanità che sicuramente potrebbero dare grandi
soddisfazioni. Bisognerebbe che tutti questi terreni venissero coltivati, usati per la messa a
dimora di piante da far crescere, dato che i tre miliardi di alberi che dovremmo piantare non li
abbiamo. Dovremmo riscoprire l’agricoltura. In agricoltura si impiega molta manodopera e per
questo si dovrebbe fare un piano agricolo in modo da mettere in comunicazione il mondo del
lavoro e il mondo che cerca cibo sano, biologico. Prodotti che potremmo produrre, consumare
ed esportare in gran quantità. Per questo ci vuole un progetto di grande respiro e lungimiranza.
Se continuiamo a navigare a vista, senza una rotta, rischiamo di essere sempre più vicini a
sfracellarci sugli scogli. Si dovrebbe lavorare molto sull’eliminazione dei vincoli burocratici, che
spesso impediscono di fare, invece che consentire di fare bene. Come regione autonoma si
potrebbe fare molto.
Sei vulcanica, sempre in movimento e con nuovi progetti. Ce ne vuoi parlare?
Per sopravvivere come impresa oggi è necessario essere più dinamici di un tempo. Bisogna avere
coraggio di interpretare i tempi che verranno dai segni che sempre sono presenti. Penso che un
grande tema per i prossimi anni sia quello delle bonifiche ambientali alle quali abbiamo lavorato
con l’università di Cagliari. Nel mondo ci sono molti suoli inquinati, spesso lasciati dalle
industrie e non bonificati. È importante anche coltivare gli alberi utili alle città: disinquinano,
producono ossigeno, sequestrano CO2 e polveri sottili all’ambiente urbano. Anche l’acqua è un
tema urgente da affrontare come dimostrano i periodi di siccità sempre più frequenti nel
mondo. È necessario realizzare delle riserve idriche raccogliendo le acque piovane. Questi sono i
temi urgenti che si debbono affrontare per il futuro.