Intervista a Denise Dessena, Donna del vino della Sardegna

by Alessandra Guigoni
Denise Dessena

Denise Dessena è Responsabile vendite e organizzatrice di eventi presso alcune aziende di vino e
di cibo. Si divide tra Sardegna e Lombardia. Vive con la famiglia in Franciacorta ma spesso torna
nella sua Sardegna. Fa parte di alcune associazioni, tra cui AIS e Le donne del Vino. Sommelier,
Degustatore ufficiale e Relatrice AIS, gestisce con la famiglia l’Hotel Ristorante S’Astore di
Benetutti (SS).
È stata per quattro anni vice Delegata delle Donne del Vino della Sardegna.
La delegazione regionale della Donne del vino, di cui l’attuale Delegata è Nina Puddu, è composta
da una cinquantina di produttrici, ristoratrici, enotecarie, enologhe e sommelier, giornaliste,
esperte di marketing e comunicazione. Le Donne del vino sono un’associazione molto importante
sia a livello locale (ogni regione italiana ha una bella compagine) sia a livello nazionale, che
annovera più di 1000 socie. L’attuale Presidente è Daniela Mastroberardino.

Denise raccontaci un po’ di te, della tua formazione e delle tue origini sarde, a cui tieni molto.
Sono nata in un piccolo paese del Goceano, Benetutti, conosciuto per le sue benefiche acque
termali.
Vengo da una famiglia di ristoratori e albergatori, sono cresciuta in un ristorante dove la mia
famiglia mi ha trasmesso la passione per questo lavoro e l’amore per il buon cibo.
Partecipare attivamente, dedicandomi soprattutto all’accoglienza e alla sala, è stato naturale.
Fin da ragazza, lavorare nelle attività di famiglia era per me motivo di gran orgoglio. Ho avuto la
fortuna di lavorare in inverno a Benetutti e in estate a Porto Rotondo, rapportandomi con una
clientela nazionale e internazionale.

E dopo la scuola superiore?
Anche i miei studi universitari rispecchiano la vocazione familiare per l’hospitality, ho studiato
economia del turismo a Rimini. Per qualche anno dopo gli studi universitari ho lavorato nel mondo
della Finanza, settore molto affascinante che mi ha arricchito ulteriormente.
L’amore per il vino è arrivato con la maturità, e come tutti gli amori maturi è una passione
consapevole, che in questi ultimi anni mi ha impegnato tanto, riportato sui libri con entusiasmo e
aperto nuove opportunità lavorative, ma soprattutto nuove consapevolezze personali e la certezza
che il vino e il cibo sono la mia vocazione. Il connubio cibo-vino è per me fisiologico.
Così nel 2016 ho preso il diploma di Sommelier, l’anno successivo la qualifica di degustatore
ufficiale e nel 2019 sono diventata relatrice all’AIS; ciò mi dà la possibilità di insegnare ai corsi AIS
e nelle scuole alberghiere.

Che tipo di persona sei?
Credo di essere una persona molto socievole e curiosa, questo nella vita mi ha permesso di
crescere e di sviluppare una rete di contatti multisettoriale. Questa sono io sognatrice, socievole,
curiosa, appassionata ed entusiasta.
Il connubio donne -vino è a doppio filo: le donne sono caparbie, sono amore, passione,
determinazione, pazienza. Il vino è lo stesso: ci vuole pazienza, che le viti inizino a produrre l’uva,
pazienza nell’aspettare che l’uva maturi, che il vino fermenti, pazienza che il vino maturi prima in
botte e poi in bottiglia. Ci vuole passione in ogni cosa che si fa. Il vino è passione e cuore, è
innamoramento…e chi conosce queste cose meglio delle donne?

Due parole sulle tue preferenze enoiche e il mondo del vino sardo
Mi piacciono molto le bollicine, mi piace il Cannonau che è il vino dei Sardi ed è un po’ il mio
vitigno del cuore, ma a me il vino piace tutto. Come tendenze vedo in continua crescita il mondo
dei rosati e il Vermentino. Si beve meno ma in modo più responsabile. La sostenibilità sta
diventando per fortuna sempre più importante e sposo molto volentieri quest’idea; perciò cerco di
lavorare con aziende che tengono alla sostenibilità, dalla vigna alla cantina.2

You may also like