Chiara Obino è un’atleta sarda di fama internazionale, che non ha bisogno di presentazioni: ha un medagliere imponente nel mondo dell’apnea; ha vinto otto campionati italiani assoluti, un bronzo ai Campionati del mondo, detiene tre record del mondo e otto record italiani, per cui è stata anche insignita della Medaglia d’Oro al valore sportivo dal CONI e fa parte della Nazionale Italiana di Apnea Outdoor.
Ha uno studio dentistico a Cagliari, la sua città, e due figlie in età scolare. Ma questo, come vedremo, non la rallenta ma la ispira e la porta ad alzare ancora di più la propria asticella.
Da sportiva: qual è tua dieta abituale? Quale prodotto sardo a cui non rinunci?
Ovviamente una dieta molto salutare in cui sono banditi gli alimenti di complessa digestione e che non hanno alto valore nutritivo: niente fritture, condimenti pesanti, con besciamelle e panne. Questo per due tipi di esigenze: una è quella di alimentarmi con prodotti ad alto valore nutritivo, ho un carico di allenamento e di lavoro importanti…Poi mi servono alimenti digeribili. per lo stesso motivo. Ogni giorno mi alleno, pranzo, torno al lavoro… la gestione di questa quotidianità richiede che sia sempre lucida. Non posso permettermi la sonnolenza… Scelgo ogni singolo alimento e pasto con cura.
Ci sono un sacco di alimenti sardi che sono sani, la cucina sarda è salutare, semplice, adoro il pane frattau, che è un alimento sanissimo, con il pane carasau, l’uovo, il sugo di pomodoro… mangio tanto pesce, la cucina sarda ha molte preparazioni semplici, al sale, arrosto. Mangio tutto il fresco sardo, come frutta e verdura.
Il prodotto sardo che adoro e a cui non rinuncio sono le pabassinas, In generale amo i dolci con frutta secca, mandorle e uva passa.
Hai girato in tutto il mondo hai portato degli ingredienti o ricette provate fuori dalla tua Sardegna nella tua cucina casalinga?
Sì, la cosa più significativa che mi viene in mente è la mia abitudine di utilizzare il riso come un sostituto del pane; il riso è sempre presente a tavola, a pranzo e a cena: riso in bianco che si accompagna alle verdure ai legumi, ai calamari e alle seppie, adoro i piatti combinati, come anche verdura, carne e riso.
Inoltre mi piacciono molto le spezie, come il curry e altre spezie non tipiche del nostro Mediterraneo.
Mi piace tutta la cucina orientale, quella araba, egiziana, paese in cui vado spesso, con tanti legumi, come lenticchie, ceci, sia la cucina asiatica, con tanto riso e spaghetti di riso.
Cosa ti manca di più in questo periodo così complicato, forse unico nella storia dell’umanità? Andare fuori a cena, viaggiare, contatti con parenti e amici…
Non ho dubbi: viaggiare!
Vado veramente poco a cena fuori, mentre viaggio tanto e quindi quello mi manca, dai viaggi lunghi a quelli brevi, mi mancano i viaggi per i corsi di aggiornamento della mia professione, prima del Covid ero abituata a viaggi di trasferta almeno due volte al mese. Mi pesa tanto non viaggiare come senso di limitazione alla mia libertà, di crescere, di migliorarmi, di accedere a possibilità di crescita; viaggiare per me è un discorso ad ampio respiro.
Lo scorso anno almeno sono riuscita a partecipare come speaker a TEDx a Padova.
L’essere donna ha condizionato la tua carriera sportiva?
Ho sempre reputato l’essere donna un grande privilegio, anche se porta con sé delle difficoltà aggiuntive: considero l’essere donna una caratteristica molto positiva che porta con sé difficoltà gestionali.
Non essendo sportiva professionista faccio allo stesso tempo la mamma, la professionista e la sportiva, è complicato ma anche altamente gratificante, quindi trovo in questo ciò che mi porta a continuare… Come la maternità del resto, la mia sensibilità femminile che mi porta a conciliare i ruoli nel mio modo, con la capacità di mettermi in discussione, attitudine tipicamente femminile, rispetto agli uomini. Trovo che tutto questo sia un valore aggiunto. Sono felice di aver trovato una chiave femminile di conciliazione, è un cammino in salita ma di grande soddisfazione.
C’è poi la tematica delle donne nello sport, che sono più in difficoltà, meno valorizzate rispetto ai colleghi uomini; ad esempio per una sportiva è più difficile trovare sponsor adeguati e sponsorship soddisfacenti, è più difficile avere contratti favorevoli rispetto alle controparti maschili. È un problema più sociale che sportivo, le aziende trovano più rappresentativo un uomo che una donna come testimonial.
Le donne a volte sono poco coese nel voler rappresentare una realtà di donna diversa, anche con caratteristiche di struttura, forza, resilienza… Spesso i modelli prevalenti sono basati su altro: ad esempio sulla donna che ha bisogno di essere protetta, fragile, debole o sulla donna che ha una forte fisicità o che usa la fisicità per affermarsi. Quindi di fatto è come se si desse meno valore ad altre caratteristiche, sono stereotipi duri a morire… Ci sono anche donne che portano avanti questi modelli, quindi c’è una contraddizione nostra interna… Alla base ci sono problematiche anche di tipo educativo, legate al sistema valoriale in famiglia. C ‘è molto lavoro identitario da fare.
Quali sono i tuoi progetti (sportivi e non) per il prossimo futuro?
Per il futuro ho sempre tanti progetti e ciò mi rende felice ed entusiasta, mi permette di avere una visione del futuro sempre bella e rosea. Anche sul lavoro, nello studio dentistico, lavoriamo per migliorare e crescere, è il mio stile, cerchiamo stimoli di positività, sempre.
C ‘è anche un progetto di tipo editoriale che sta prendendo forma, lavorerò anche a questo nel 2021, per fargli vedere la luce nel 2022.
I progetti sportivi? Sto programmando una nuova stagione agonistica; lo scorso anno mi sono comunque allenata come se dovessi fare gare, poi purtroppo a causa della pandemia non è stato possibile viaggiare. Quest’anno ho deciso di puntare ad alcune gare, che sono ancora in calendario, l’apnea non è uno sport di contatto e si svolge all’aperto quindi si potrebbero svolgere. Se ci faranno viaggiare si potrà gareggiare… Intanto punto ai Campionati del mondo a fine settembre, miro a confermarmi sul podio e a migliorare il colore della medaglia. Come tappe di avvicinamento penso ad una gara in Egitto a maggio e forse ad una gara in Egitto a luglio. In questo progetto non sono sola: Riccardo Mura è il mio allenatore; anche se adesso è su Luna Rossa in Nuova Zelanda ci sentiamo spesso. Luca Frau è il mio preparatore atletico e mi segue da vicino.
Da alcuni anni faccio la speaker e la conferenziera motivazionale e ispirazionale per alcune aziende; mi capita di usare il mio sport, l’apnea, come metafora della vita: se ci pensi in questo periodo siamo tutti un po’ in apnea: ci manca l’aria, la fiducia; dobbiamo avere fiducia di tornare a riemergere e a respirare. E succederà.